Dopo più di 100 giorni di interruzione forzata delle attività formative in aula, finalmente sono ripartiti i corsi in presenza. Non è ancora tutto tornato alla normalità perché le procedure di sicurezza anti contagio impongono molta cautela nell'organizzazione di attività esperienziali in aula. A differenza di quanto avvenuto fino adesso con le modalità a distanza, possiamo finalmente recuperare quella componente fondamentale del processo di apprendimento in presenza: il coinvolgimento emotivo. Vediamo alcuni accorgimenti che ci permettono di mediare tra lo svolgimento di attività esperienziali partecipative e il rispetto delle norme di distanziamento in aula.
Sono passati ben 111 giorni dal DPCM 04/03/20 che prevedeva la sospensione delle attività scolastiche e formative al giorno in cui sono potuto entrare nuovamente in un'aula formativa. La ripresa delle attività di apprendimento in presenza è stata emozionante ed entusiasmante, come si può facilmente intuire anche dalle numerose foto postate sui social dalle agenzie formative. In questo lungo periodo di emergenza sanitaria abbiamo dovuto metterci alla prova con nuovi strumenti a distanza ed in questo ambito la ‘formazione esperienziale’ ha probabilmente avuto più difficoltà rispetto ad altre metodologie: proporre giochi, attività ed esperienze nelle aule virtuali non è così semplice come presentare una lezione frontale, sebbene non sia del tutto impossibile (read more). Nonostante la formazione sia tornata nelle aule ‘reali’, non mancano nuove sfide per i docenti della formazione esperienziale. Il rientro in aula è regolamentato dalle procedure di sicurezza Covid: metrature quadrate minime per ogni partecipante, distanziamento degli allievi, uso della mascherina, sanificazione delle superfici, gel disinfettante… Ciò implica l'impossibilità di poter organizzare esperienze formative che richiedono il contatto tra gli allievi (es: lavori di gruppo) e giochi di aula che richiedono scambio di oggetti difficilmente sanificabili nell'immediato (es: LEGO Project).
Stare molte ore a sedere lontano dagli altri e nascondersi dietro la propria mascherina può far rivivere all'allievo una situazione di solitudine simile a quella che abbiamo quando ci troviamo davanti allo schermo del pc. È quindi importante recuperare la componente relazionale dei membri del gruppo-aula e attivare la sfera emotiva delle persone per far vivere loro la sensazione di ‘essere protagonista’ dell’apprendimento attraverso la partecipazione attiva e il coinvolgimento diretto. Ecco sei accorgimenti utili a proporre attività esperienziale in aula nel rispetto delle procedure di sicurezza. 1. Sfruttare gli spazi esterni. La formazione outdoor è una tipologia di formazione esperienziale che porta il coinvolgimento emotivo del partecipante ai massimi livelli, perché sfrutta l'ambiente naturale come elemento fondamentale per rendere le esperienze più vicine possibile alla realtà. L'uso dell'apprendimento all'aperto è stato promosso nel corso dei secoli da tanti personaggi illustri, primo tra tutti Aristotele, che insegnava ai propri allievi camminando. Ai giorni d'oggi esistono varie metodologie e strumenti didattici, pedagogici e formativi che basano l’apprendimento sull'uso degli spazi naturali, ad esempio: Waldkindergarten (asilo nel bosco), pedagogia della natura, educazione all'aperto, Outdoor Education, Outdoor Training, Outdoor Classroom o Aula fuori dall'aula… Di questi tempi prediligere le attività all'aperto è un’opzione di buon senso, sia perché l’azione del virus è più insidiosa nei luoghi chiusi, sia perché le precauzioni da prendere negli ambienti chiusi sono maggiori (es. disinfezione superfici, sanificazione impianti di climatizzazione, …). In caso di distanziamento è inoltre possibile evitare l'uso della mascherina. Di contro, non sempre si può optare per questa soluzione perché alcuni corsi di formazione richiedono appositamente lo svolgimento in aula accreditata e rimane il fatto che non possono comunque essere proposte attività di contatto o che creino assembramenti. Qualora sia possibile e opportuno si può approfittare di giardini, resedi, piazze o altri spazi aperti contingenti all'aula, tenendo in dovuta considerazione le variabili climatiche esterne (calore, possibilità di ombra, …) e quelle interne (ventilazione, attivazione degli impianti di climatizzazione in seguito a sanificazione, …).
2. Organizzare attività di gruppo nel rispetto del distanziamento sociale.
Molte delle Small Techniques della formazione esperienziale richiedono la divisione del gruppo-aula in piccoli sotto-gruppi. È possibile proporre tali attività nel rispetto del distanziamento sociale?
Ho sperimentato con successo questa strategia: anziché dividere l'aula in gruppi, affido un compito ad alcuni leader, ai quali assegno un certo numero di compagni con i quali egli può collaborare. Il leader ha la possibilità di alzarsi per andare a consultarsi con gli altri membri sulle modalità di esecuzione del compito e nel rispetto delle procedure anti contagio. Nonostante la distanza, con questa modalità si raggiunge un buon coinvolgimento (non solo dei leader che operano in prima persona ma anche degli altri), soprattutto quando l’attività proposta stimola la sfera emotiva dei partecipanti (per esempio nel Dilemma del prigioniero e sue varianti). Questo espediente è utile anche quando si utilizzano attività in cui si devono toccare materiali perché si evita il passaggio a più mani degli oggetti, i quali sono manipolati esclusivamente dal leader in seguito all'igienizzazione delle mani.
3. Plastificare le consegne.
Per evitare inutili sprechi di stampa e di carta è preferibile plastificare le schede che riportano le consegne per i partecipanti all'esperienza. A differenza della carta, i fogli plastificati possono essere facilmente sanificati sia prima che dopo l'intervento formativo.
4. Ricorrere a proiezioni in diretta di video/immagini dell'esperienza in corso.
Non essendoci la possibilità di avvicinarsi troppo al leader/membri del gruppo che stanno portando avanti l'attività, si può in alternativa ricorrere a video/foto dell'esperienza da proiettare in diretta a tutto il gruppo. La videoregistrazione dell'esperienza è uno strumento fondamentale anche per la successiva fase di rielaborazione (l'osservazione riflessiva del Ciclo di Kolb), nella quale gli allievi riflettono con la facilitazione del docente l'esperienza vissuta.
5. Aumentare la frequenza delle pause.
Questa considerazione vale per tutte le metodologie formative, non solo per quella esperienziale. Siamo a luglio e nelle aule fa molto caldo soprattutto in quelle in cui ancora non sono ancora state concluse le operazioni di sanificazione dei climatizzatori. Oltre alla ventilazione del locale è opportuno dare l'opportunità degli allievi di ‘respirare’ e di uscire all'esterno per togliersi la mascherina. Se in epoca pre-covid mi organizzavo con un’unica pausa di 15’ a metà lezione (di 4h), ora prevedo 3 pause di 5 minuti.
6. Ricorrere al buon senso in caso di partecipanti in difficoltà con l'uso della mascherina.
Ognuno di noi ha un rapporto diverso con la mascherina: c'è chi non ha problemi a portarla tutto il giorno e chi invece ne risulta sofferente. In questi casi è opportuno rassicurare i partecipanti ad inizio lezione non solo attraverso l'organizzazione della lezione con più pause, ma anche dando a loro la possibilità di uscire individualmente dall'aula in caso di bisogno. In realtà questa evenienza fino ad oggi non mi è mai capitata: l'organizzazione della lezione in tre pause e la manifestazione iniziale di comprensione in caso di difficoltà porta i partecipanti a sentirsi a loro agio e a comportarsi con responsabilità.
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